martedì 27 ottobre 2015

Al ristorante pizzeria Fuori Orario di via Lourdes, a Conegliano

Ilenia e Salvatore, numi tutelari della Osteria Pizzeria Fuori Orario di via Lourdes a Conegliano,hanno ospitato nel loro locale gli incontri a convivio dei comunicatori e giornalisti
de Il Cenacolo del Gusto, in occasione delle giornate di informazione di Comunicare per Esistere.
Dalle pizze (ottime, come sempre), agli sfiziosi primi, è stato un viaggio del gusto davvero stuzzicante, anche perchè la presenza del napoletano verace Bruno Sganga (giornalista ed e enogastronomo), ha ben incrociato le origini amalfitane di Salvatore.
Bruno ama definirsi 'borbonico', per quella sua scoppiettante vivacità che deborda nel corso degli incontri a convivio.
Fuori Orario ha anche ospitato, per L'Informazione che ascolta, l'intervista televisiva a
Tenri Judo Conegliano. club affezionatissimo al locale .

lunedì 26 ottobre 2015

Il valore della filiera: l’esperienza di Enzo Rossi – La Campofilone

Durante gli incontri dei “Giovedì del Gusto” di Regione Marche abbiamo spessissimo sentito parlare di filiera, di piccole aziende marchigiane che, singolarmente, conferiscono le materie prime utili alla produzione di pasta e concorrono tutte insieme alla realizzazione di prodotti eccellenti, sani, sicuri tracciabili.
Ma parlare di pasta è riduttivo …. L’azienda Campofilone si è organizzata al proprio interno secondo un’”involuzione culturale controllata” ed è quindi tornata a produrre come alla fondazione del 1912.
Ha acquistato 120 ettari per prodursi il grano, un pollaio di 1000 mq, dove vivono ben 7000 galline, per prodursi le uova.
Il grano è salubre, naturale, non trattato con fitofarmaci, pesticidi, usando concimazione organiche, un quantitativo piccolissimo di azoto con un pochino di anidride solforosa, per disinfettare il terreno e le foglie e, soprattutto, aumentare la tenacità del glutine nella pasta.
Le galline si nutrono con mangimi naturali, solo cereali, devono vivere bene e non essere schiave. Infatti vivono ben più di 2 anni e poi vengono regalate al vicinato, perché si possa godere ancora qualche bell’uovo fresco.
Grazie a tutto ciò i maccheroncini di Campofilone sono certificati QM, Qualità Marche e sono tracciabili, sicuri e buonissimi.
L’azienda ha infine avviato una collaborazione con due università, ed è stata fatta una ricerca su 60 persone sane, che mangiando 70 gr di pasta hanno sviluppato emissioni insuliniche del 50/55% inferiori rispetto all’assunzione degli zuccheri. Questo dimostra che anche i diabetici potrebbero permettersi un poco di pasta, con grande piacere anche per lo spirito.

lunedì 19 ottobre 2015

FRUTTA: TUTTI I COLORI DELLE MARCHE Le novità di un settore tra Biologico, Biodiversità e Lotta integrata

La Regione marche ha organizzato un interessante ciclo di incontri “I Giovedì del Gusto” finalizzati a promuovere le eccellenze dal territorio marchigiano, così prolifero di produzioni biologiche e di qualità certificata.
Un dono importante di questa terra è la pesca di Montelabbate che ha un sapore particolarmente gustoso e zuccherino. Il clima temperato, il terreno permeabile della Valle del Foglia dove si trova Montelabbate, rendono particolarmente adatta la zona alla coltivazione della pesca, frutto ricco di acqua, zuccheri, vitamine A e C, fibre e potassio. E’ quindi un alimento ideale per l’estate, dato anche il suo basso apporto di calorie. A Montelabbate, ogni terza domenica di luglio, si svolge la sagra dedicata alla pesca; un appuntamento che dura dal 1945: un’occasione unica per assaggiare e acquistare il prezioso frutto direttamente dai coltivatori.

domenica 2 novembre 2014

Dal 10 al 16 novembre fra Piave & Sile, per ' I Sapori dell'Altro...nel tempo di San Martino'

Dal 10 al 16 novembre si svolge la manifestazione denominata ‘I Sapori dell’Altro....nel tempo di San Martino’, promossa dalla Associazione l’Altratavola e dalla Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto.
Si tratta di una rassegna informativa che mette a confronto giornalisti e comunicatori, rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni, Aziende del settore agroalimentare e turistico, provenienti da diversi  Paesi e Regioni Europee : Austria (Carinzia, Tirolo Orientale e Bassa Austria), Slovenia, Croazia, Svizzera (Canton Ticino e Cantone di Zurigo), Russia, Belgio (Fiandre e Vallonia),San Marino e Italia ; e da 10 regioni italiane (Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania, Trentino Alto Adige, Marche, Calabria, Lombardia ,Piemonte e Sicilia), sui temi della valorizzazione e della comunicazione territoriale.
” La rassegna coinvolge oltre 100 delegati e rappresentanti di diversi borghi e contesti territoriali – osserva Renzo Lupatin, de l’Altratavola -, e si  sviluppa grazie ad un lavoro autentico di interviste in diretta. Lo staff di comunicazione è stato costituito da responsabili di ‘reti’, capaci di amplificare le informazioni ben oltre le singole testate giornalistiche. La comunicazione online e la comunicazione televisiva sono  al centro della rassegna”.
Dal Veneto sono giunte le ‘voci’ delle colline di Conegliano e Valdobbiadene , della zona del Montello, del Veneto Orientale,  delle Terre del Sile, del Quartier del Piave, delle montagne Feltrine e Bellunesi, del Padovano , del Polesine e delle terre fra Piave e Sile.
Dal Friuli sono giunte le testimonianze dell’Altolivenza, da San Daniele del Friuli, da Gemona e dal Sanvitese.
Particolarmente intense le giornate di incontro con i borghi istriani di Slovenia e Croazia e con l'ultimo lembo di terra istriana in Italia, Muggia.
La rassegna si svolge nelle terre fra Piave & Sile , in diversi luoghi e situazioni, in libertà, come si conviene alle esperienze di informazione degli organizzatori.

I Sapori dell'Altro...nel tempo di San Martino : la Chiesa di San Martino Camporacoler a San Biagio di callalta

L'iniziativa i 'Sapori dell'Altro..... nel tempo di San Martino' è una rassegna informativa organizzata dall'Associazione l'Altratavola, sotto il Patrocinio della Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del gusto, all'interno di 'Comunicare verso expo 2015', per far incontrare borghi e territori protagonisti delle 24 settimane del progetto.

La manifestazione è organizzata grazie alla collaborazione del Cenacolo fra Piave & Sile dell'Associazione l'Altratavola, che ha in Massimo ed Erika Monai ( de L'Acquolina di Lanzago di Silea), i due delegati di questo territorio benedetto.

Si parte dalla frazione di San Martino (comune di san Biagio di Callalta),ove si trova la Chiesa di San Martino Camporacoler (Campo delle Raganelle).



 Le notizie sulla costruzione originaria della chiesa di S.Martino si sono perse nel tempo. L'informazione più antica notizia è databile intorno al 1330 e risulta da un documento dell'Archivio Vescovile di Treviso. Vi è nominata la chiesa succursale di 'S.Martino al Bagnon', una 'fabbrica robusta abbastanza e capace' dove il pievano aveva l'obbligo della messa prima.
Altre notizie provengono da riferimenti alle chiese succursali della parrocchia di S.Biagio. Agnoletti riporta che 'le regole componenti l'attuale parrocchia di Sambiasio sono anche Camporacoler, S.Martino con Villafranca e parte di Albagnon'. Nel sec. XV si ha un'altra citazione: 'Primo degli oratori viene S.Martino Vescovo la gente del quale colmello ha la scuola comunale promiscua con S.Floriano...'
Chiesa di S.MartinoNel 1726, la gente di Camporacoler, a causa delle strade fangose, avrebbe voluto un cappellano proprio, a spese del pievano e del comune (qualcosa di simile alla curazia di Cavrie), ma alla fine di una lite agitata, nel 1739 fu permesso che si celebrasse la messa a S.Martino in ogni giorno di festa, purché la comunione pasquale fosse ricevuta a S.Biasio. E negli anni successivi il corpo di fabbrica dell'ex oratorio di S.Martino abbisogna di alcune modifiche e limitati ampliamenti allo scopo di permettere una maggiore e migliore accoglienza dei fedeli.
Altro passo, quali opere di miglioria, è stato fatto nel 1924 su sollecitazione dell'allora parroco, il quale si premurava sottolineare con propria lettera (28 luglio dello stesso anno) come 'i paesani sono disposti a procurare l'olio della lampada (del SS.Sacramento) come hanno fatto altre volte'. La risposta dell'Ordinario diocesano sac. Carlo Agostini fu affermativa con la raccomandazione, però, 'che la porticina del tabernacolo fosse resa più resistente'.
Ancora nel 1953, l'Ordinario diocesano, facendosi interprete delle sollecitazioni del parroco e dei fedeli della chiesa minore di S.Martino nella parrocchia di S.Biagio V.M., faceva in modo che il Rescritto (4712/48) con cui si concedeva ad quinquennium la conservazione del SS.Sacramento, in quel di Camporacoler, perdurando le medesime cause di allora, fosse ulteriormente prorogato.
Chiesa di S.MartinoLa Chiesa di S.Martino. Fu eretta su un piccolo appezzamento di terreno della fabbriceria di S.Biasio, presso il crocevia detto dei 'Greguoli' e dei 'Pra della Brosa', certamente importante nella storia della contrada di Camporacoler.
E' un esempio di architettura minore che il tempo ha conservato, almeno per la parte centrale dell'ex oratorio, che era ad unica navata centrale, con presbiterio e retrostante sacrestia, con annessa torre campanaria. Altre parti dell'edificio sono state realizzate in tempi non molto lontani come espressione di devozioni particolari, come per esempio l'altare della Madonna. Lo stesso vale per il magazzino, costruito perché ritenuto necessario come disimpegno e ricovero di materiale di arredo.
Il tetto a falda ha orditura lignea e manto di coppi. Il pavimento della chiesa è sicuramente recente.
Sulla parete sud della chiesa, posti quasi sicuramente a sinistra e a destra dell'antico ingresso principale, vi sono due affreschi raffiguranti S.Cristoforo e S.Martino.

Il Dolce di San Martino a Venezia


Questo articolo è stato pubblicato in Ricette Tipiche Venete e contrassegnato come  da ilclubdirossana


Dolce di San Martino

thIP42IZIF
Dalla Tradizione Veneziana
Questo dolce-biscotto viene fatto a Venezia proprio in occasione della ricorrenza di San Martino che cade l’ 11 novembre e rappresenta San Martino a cavallo con la sua spada.
La leggenda dice che durante un gelido e piovoso 11 novembre Martino stava cavalcando. Alla vista di un povero vecchio coperto solamente di pochi stracci, si fermò, tagliò il suo mantello e ne diede una parte all’anziano. Poco dopo aver compiuto il gesto, il clima cambiò repentinamente e la fredda tempesta lasciò spazio a un caldo sole molto poco autunnale (da qui la terminologia “estate di San Martino” per indicare le belle giornate di novembre). La storia si concluse con un sogno. Nella notte Martino vide Gesù con il suo mantello in mano che lo ringraziava per ciò che aveva fatto.
Ma la festa di S.Martino a Venezia è ancor oggi ricordata soprattutto per i ragazzini (purtroppo sempre meno) che l’11 novembre girano con pentoloni e campanacci per i negozi chiedendo qualcosa in dono e cantando il ritornello di S.Martino campanaro:
“San Martin xè andà in sofita,A trovar la so novizia,La so novizia non ghe gera,
‘L xè cascà con cul per tera,El s’à messo ‘n boletin,Viva, viva San Martin”.
Legata a questo Santo, c’è anche una Leggenda:
era l’11 novembre, un giorno piovoso e freddo tanto che Martino galoppava sul suo cavallo ricoperto dal mantello. A un certo momento Martino incontra sul suo cammino un vecchio coperto di pochi stracci, barcollante e infreddolito. Martino vuole aiutarlo ma non ha né denaro, né una coperta da offrirgli e così prende il suo mantello e con la spada lo taglia a metà donandone una parte al vecchietto. Poco dopo mentre Martino galoppa felice per aver compiuto quel gesto caritatevole, il clima si riscalda e dalle nuvole spunta un sole radioso. Ecco l’estate di S.Martino, come ancor oggi vengono chiamate le belle giornate di novembre. Giunta la notte Martino sogna Gesù che con il mantello in mano lo ringrazia per quel gesto di compassione.
Ed eccovi la ricetta per il dolce che ho trovato allegata al dolce che ogni anno mia suocera ci regala.
Per la frolla:
250 g di farina 00
125 g di burro
2 tuorli d’uovo
100 g di zucchero al velo
scorza di limone grattugiata
sale un pizzico
Per la guarnizione:
Confettini colorati
Cioccolatini
Zuccherini
Caramelline gommose
Procedimento:
Prima di tutto con la carta forno disegnate San Martino con la spada a cavallo e ritagliate la sagoma.Preparate una frolla amalgamando velocemente tutti gli ingredienti.
Formate una palla e lasciatela riposare per un’ora in frigo coperta da un panno di cotone, dopodichè stendetela con uno spessore di circa 1 cm sulla placca del forno ricoperta da carta forno leggermente infarinata e, usando la vostra sagoma di carta, intagliate il vostro San Martino.
Infornatelo in forno caldo a 180° coprendo la superficie con carta forno e legumi secchi per circa 20 minuti.
Una volta che si sarà raffreddato spennellate il vostro San Martino con del cioccolato fuso e guarnitelo con i confettini colorati, gli zuccherini e, se vi piace, anche con della frutta secca.Buon San Martino e… buon appetito! Magari piu’ avanti provo a farlo.


  • 5.00 

La Festa di San Martino in Germania


Viele Deutsche feiern am Martinstag außerdem den Geburtstag Martin Luthers, der eigentlich auf den 10. November fällt.Ingrandire l'immagine(© picture-alliance/ dpa)"Laterne, Laterne, Sonne, Mond und Sterne" (Lanterne, lanterne, sole, luna e stelle). Ogni anno, l'11 novembre, si può sentire questo ritornello fuori per le strade autunnali, dove i bambini sfilano con lanterne colorate fatte a mano e cantano allegramente le canzoncine imparate a memoria. Le candele vacillano divertenti nelle loro lanterne e fanno brillare i loro occhi. Con tanta emozione sperano tutti di poter dare un'occhiata all'uomo vestito con un'uniforme da soldato del medioevo, che cavalca orgoglioso il suo destriero.
Molte leggende raccontano di quest'uomo, le cui buone azioni e la sua grandezza sono ben conosciute da ogni bambino in Germania, in Austria ed in Svizzera. San Martino nacque nell'anno 316 d.C. con il nome di Martin von Tours a Sabaria, nell'attuale Ungheria, ed entrò molto giovane nell'esercito romano. Dopo il suo Battesimo e la nomina a Vescovo diventò missionario ed aiutò i poveri.
Als St. Martin verkleidet verteilt dieser Mann "Weckmänner" an die wartenden Kinder.Ingrandire l'immagine(© picture-alliance / KNA-Bild)La leggenda narra che Martino un giorno si trovò alle porte della città di Amiens, dove incontrò un povero mendicante con i vestiti strappati che, nel gelo dell'inverno, gli chiese aiuto. Martino, però, aveva con sé solo il suo mantello militare e decise di dividerlo con il mendicante. Con la su spada divise il caldo mantello in due parti e ne diede una metà al mendicante, che gli fu molto grato. Dopo questo grande gesto, Martino lasciò l'esercito e si fece battezzare da cristiano, al fine di poter aiutare le persone bisognose e di dedicarsi all'amore per il prossimo, anziché alle battaglie.
Quest'atto di buon cuore non è di certo l'unica storia che si racconta ancora oggi su San Martino. Un'altra leggenda narra di quando Martino fu nominato Vescovo. Dato che era un uomo modesto, non si trovò a suo agio presso il vescovado e decise così di nascondersi nel pollaio. Lo schiamazzo delle oche era però cosí forte, che gli abitanti della città lo scoprirono e lo elessero nuovo Vescovo.
Molto probabilmente, da questa leggenda è nata la tradizione dell'oca di Martino, che la sera della festa di San Martino, dopo la sfilata delle lanterne, viene servita per cena. In molti luoghi, però, al posto dell'oca vengono serviti vin brulé, cioccolata bollente ed i "Weckmänner". Questi ultimi sono panini a forma di uomo con un piffero in bocca. Dopo una lunga sfilata di lanterne nella fresca aria autunnale queste pietanze scaldano il cuore e sono un toccasana per gli stomaci affamati.
Fino ad oggi non si conosce l'origine di questa tanto amata sfilata di lanterne. Per molti essa rappresenta il fuoco di Martino, che ancora oggi viene acceso in alcuni paesi e città in Europa. Anticamente simboleggiava la luce della santità che rischiarava l'oscurità così come  Martino, con le sue buone azioni, portò un barlume di speranza nella vita dei poveri. A dire il vero la tradizione del grande fuoco crepitante si sta via via perdendo, ma la bella tradizione della sfilata di lanterne è ancora oggi molto in uso. Grandi e piccoli si divertono ad osservare le sfilate dei bambini, che rischiarano le strade con lanterne e canti: "Durch die Straßen auf und nieder leuchten die Laternen wieder: rote, gelbe, grüne, blaue, lieber Martin komm und schaue." ("per le strade su e giù risplendono di nuovo le lanterne: rosse, gialle, verdi e blu, caro Martino vieni e guarda.")
di Denise Kotulla