sabato 26 novembre 2022

Percorso Internazionale I Mulini del Gusto e le Vie del Pane e della Pizza – Il Molino Bigolin Giovanni a Rossano Veneto (VI)

 




I Percorsi Internazionali di Borghi d’Europa

Progetto L’Europa delle Scienze e della Cultura

Patrocinio IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum

Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica)

ed ESOF2020 Euroscience Open Forum Trieste Capitale Europea della Scienza

La rete Borghi d’Europa ha deciso di un creare un percorso

dedicato ai temi dei Mulini,delle Vie del Pane e delle Vie della Pizza, tra

le grandi iniziative di informazione del progetto.

Il circuito organizza e promuove dei percorsi per mettere a confronto idee,

progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli

equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento.

Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori,per raccontare a

giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture.

Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare.

Il progetto è stato presentato nell’aprile del 2019 presso la sede del Parlamento

Europeo di Milano.

Il Percorso d’informazione :

La Via del Pane dell’Appennino Bolognese ; Il Mulino Natante di Revere

(Comune di Revere ) ; La Valtellina ; I Mulini del Veneto Orientale (VE);

L’Ecomuseo delle Acque del Gemonese (Friuli Venezia Giulia) ;

Il Molino Bigolin (Rossano Veneto) ; Patto di filiera della farina del Friuli

Venezia Giulia per la produzione di farine e derivati di alta qualità ma

economicamente accessibili a tutti, prodotte con

metodi sostenibili e svincolati dalle leggi di mercato ( Dolegna

del Collio) ; Croazia : Rastoke,il Villaggio dei Mulini; Austria :Villaggio dei mulini , Gschnitz ;

Canton Ticino (Svizzera) : I Mulini della Val di Muggio (Mendrisiotto);

San Marino : Il percorso degli antichi mulini di Canepa ; Slovenia : Mulino Kukovicic

Paesi partecipanti : Italia,Croazia,Slovenia,Svizzera,Austria,San Marino

Polonia

Lo Sviluppo :

  1. Realizzazione di incontri di informazione aperti alla partecipazione di

giornalisti e comunicatori ( stampa nazionale e locale), imprenditori,

testimonial del settore.

Il format prevede una scansione ad interviste, domande-

risposte. Ad ogni tappa verrà realizzata una rassegna stampa multimediale

documentata (servizi informativi online e stampa ; video multimediali,rassegna stampa)

-Visite ad aziende locali che verranno inserite nel Percorso

  • Realizzazione di materiali didattici da donare alle comunità scolastiche dei territori ‘toccati’ dal Percorso

Il Molino Bigolin Giovanni esiste dal 1820

“ Dal 1820 la nostra passione per il vostro piacere – commenta Enrico Bigolin-.

Il molino di Rossano Veneto esiste dal 1820 e da allora la Famiglia Bigolin ha tramandato di padre in figlio la passione nell’arte di macinare il grano.

Oggi è molto difficile produrre farine buone e naturalmente saporite come quelle che macinavano i nostri nonni perché sono cambiate le tecnologie di macinazione, sono stati introdotti additivi chimico-organici che con il grano non hanno nulla a che fare e sono infine mutate le qualità dei grani stessi e la loro genuinità.

Con una particolare macinazione unita ad un’accurata scelta e miscelazione dei migliori grani, otteniamo farine fiore naturali, controllate costantemente in laboratorio.”

Il Molino propone farine per dolci, per la panificazione,farine per pizza,farine speciali, farine per uso casalingo e macina a pietra.

Le farine per pizza

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d’Europa hanno sperimentato le farine per pizza negli

itinerari di informazione che riguardano il Percorso Internazionale.

“ Per davvero il refrain ‘la buona farina naturale’-osserva Renzo Lupatin, giornalista presidente di Borghi d’Europa-, non è uno slogan pubblicitario, ma una realtà concreta.

Tanto per fare un esempio le farine della linea “0” Pulcinella sono adatte ad impasti che richiedono tempi di lievitazione medio-lunghi (Nero, per pizze morbide e allo stesso tempo fragranti)), medi (Amaranto e Rosso, per pizze croccanti e fragranti e per pizze leggere e gragranti).”

La linea delle Farine macinate a pietra comprende la farina di grano tenero (Pulcinella Stone), la farina di farro biologico monococco Tipo2 e integrale ( con certificazione da agricoltura biologica proveniente da grani italiani),la farina di grano tenero integrale da grani italiani), la farina di grano tenero biologica Tipo1,Tipo2 e integrale (farina fiore di grano tenero con certificazione da agricoltura biologica proveniente da grani italiani con elevato tenore di priteine):

Vi è poi un’ampia scelta di farine (OV,OO,OSS,BioO,Integrale e Semi e cereali), per tutte le esigenze.

“ Ci ha interessato poi la Pulcinella Revolution, una miscela di farine adatta per pinsa,pizza in pala e pizza in teglia, proposta nella serata de Le Vie della Pizza a Vittorio Veneto,Borgo del Gusto”

Pulcinella Revolution è un’idea del Maestro Pizzaiolo Mauro Pozzer che ha creato questo pregiato mix di Farina di grano tenero di forza, Farina di Farro Monococco (il più antico dei cereali) e farina di riso, per dare più gusto e croccantezza al piatto unico più buono del mondo: La Pizza!

Infine la farina Integrale Fina o Grossa, speciale da taglio o per impasti che richiedono tempi di lievitazione medi, particolarmente indicata per pizze con più fibra ad alta digeribilità.

mercoledì 23 novembre 2022

EUROVINUM: IL BANCO SUI NEBBIOLO DELL’ALTO PIEMONTE TARGATO GOWINE

 






Un nuovo appuntamento a Milano promosso da Gowine

Milano, 22 Novembre 2022- La produzione vinicola dell’Alto Piemonte (precisamente nelle Colline Novaresi, nella provincia di Biella e in quella di Vercelli) è di sicuro pregio, specialmente per il vitigno Nebbiolo, assoluto protagonista della zona e dotato di grande longevità e carattere.

Denominazioni di grande qualità come Ghemme Docg, Gattinara Docg, Boca Doc Lessona Doc e Bramaterra Doc sono state ben comunicate a Milano nel banco d’assaggio promosso da Gowine e dedicato alle varie interpretazioni del Nebbiolo del Nord Piemonte.

Borghi d’Europa ha partecipato a questo banco di degustazione, trovando dei rossi morbidi ed equilibrati in grande spolvero.

4 le cantine presenti all’evento targato Gowine, svoltosi all’Hotel Nh Touring: La Smeralda di Briona, che vinifica dall’annata 2020, dallo stesso piccolo Comune nel Novarese l’Azienda Agricola Vigneti Valle Roncati a conduzione familiare, poi da Ghemme Torraccia del Piantavigna, realtà vinicola esistente dagli anni ’50 ed infine, da Gattinara Travaglini, arrivata oggi alla quinta generazione nella conduzione.

Nella parte enoteca invece, sono stati trovati di spessore il Boca 2019 di Le Piane, poi il Ghemme Riserva Vigna Cavenago 2015 dell’Azienda Agricola Mirù, il Costa della Sesia Nebbiolo Castellengo 2014 di Centovigne di Cossato (Bi) ed infine il Bramaterra I Porfidi 2012 di Tenute Sella di Lessona (Bi).

Rossi decisamente di valore quelli provati al Banco targato Gowine, che testimoniano l’ottimo lavoro fatto dai vignaioli del Nord Piemonte, che sanno esaltare la varietà Spanna del Nebbiolo dell’intera area.

Evviva!

 

 

venerdì 23 settembre 2022

Milano,Vetrina del Gusto : il 2022 /23 di Borghi d'Europa e del progetto L'Europa delle scienze e della cultura

 




Riprende il cammino di Milano,Vetrina del Gusto, l'iniziativa d'informazione sviluppata dalla rete Borghi d'Europa nel quadro del Progetto L'Europa delle scienze e della cultura ( Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adratico jonica).

E' dal 2014 che Borghi d'Europa propone a Milano le esperienze di territori europei poco conosciuti, per favorirne la conoscenza e la valorizzazione, al fine di 'informare chi informa'.

Basti ricordare la presentazione della rete delle Ferrovie non dimenticate presso l'ex Stazione di Porta Romana ; la scelta nel 2018 (Anno Europeo del Patrimonio culturale) di luoghi e beni culturali ; la presentazione presso l'Ufficio di Milano del Parlamento Europeo dei 10 Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa (2019), per riprendere il filo di una storia rigorosa.

Milano,Vetrina del Gusto 2022/23 ospiterà :

-  i borghi europei ed italiani, come 'atto' in cui far confluire tutte le molteplici esperienze dei progetti territoriali ;

- la riscoperta di luoghi di una Milano poco conosciuta ;

- la riscoperta di luoghi di una Lombardia inedita.

Il progetto vuol restituire a Milano il ruolo di crocevia della cultura europea, autentica capitale dell'informazione.


venerdì 12 agosto 2022

La Via della Pizza – Alla Pizzeria da Renata, per una pizza del territorio : Borgo Levada

 


 


Avevamo conosciuto la Pizzeria da Renata alcuni anni orsono e la nostra visita ci aveva convinto ad

inserire la bella realtà familiare di Francesco e Agnese nei Percorsi de La Via della Pizza.


https://www.youtube.com/watch?v=TN3PR_4mTbw

Siamo ritornati per degustare una pizza 'identitaria', che Francesco e Agnese hanno dedicato a

Borgo Levada.


La storia di Levada


Sull'origine del toponimo sono state formulate due ipotesi. La prima gli dà il significato di "terra elevata" in riferimento agli antichi insediamenti fondati su sopraelevazioni al fine di ovviare alle frequenti inondazioni. La seconda, avanzata da Dante Olivieri, si riferisce all'esistenza di una strada romana di importanza secondaria che si trovava in posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante; non è da escludere, d'altra parte, un riferimento alla medievale Callalta[2].


Storia

La vicinanza a Opitergium e i vari ritrovamenti archeologici proverebbero la presenza di insediamenti di epoca romana, mentre non si hanno testimonianze della più antica civiltà paleoveneta.


La caduta dell'Impero Romano e la decadenza di Oderzo misero fine all'organizzazione politica e sociale della zona, che venne ristabilita solo nel X secolo dalla Chiesa. Alla presenza di feudi, spesso detenuti dalle stesse gerarchie ecclesiastiche (patriarca di Aquileia, vescovo di Treviso, vescovo di Belluno), si aggiunse l'influenza di alcuni monasteri, in particolare le abbazie di Busco e Monastier.

Levada ebbe inoltre una certa importanza strategica come sede di un fortilizio degli Strasso. La famiglia è documentata sin dal XII secolo, quando il capostipite Traso riceveva in feudo la villa di San Bonifacio di Levada, allora avamposto di Treviso presso il confine con Oderzo. La costruzione è descritta in un documento del 1347: sorgeva su un dosso e si articolava in due torri, cerchie murarie e fossati alimentati dallo scolo Bidoggia.

Gli Strasso cominciarono a decadere a partire dal 1318, quando Cortesino, capitano della rocca di Cornuda, fu imprigionato da Cangrande della Scala e rilasciato dietro un lauto riscatto. Per poter pagare la grossa somma, la famiglia fu costretta a vendere diversi beni tra i quali, forse, una parte del castello. Nell'atto del 1347 si attesta infatti che Tommasino era riuscito a riottenere metà del fortilizio. Probabilmente l'edificio fu distrutto nel XV secolo ad opera della Serenissima che intendeva ridurre il sistema difensivo della terraferma che poteva esse.

La pizza utilizza le farine del Molino Bertolo, è interpretata come sempre : leggera e sottile, senza l'effetto cracker.

Borgo Levada propone la mozzarella, le olive taggiasche, la coppa arrosto, i pomodori secchi e origano.Un insieme gradevolissimo e , soprattutto, gustoso e digeribile.

Così va bene !

venerdì 1 luglio 2022

Le degustazioni di Borghi d’Europa Azienda Agricola Gazzola Spumanti – Vidor (TV)

 

 



Proseguono gli incontri della redazione di Borghi d’Europa alla scoperta di luoghi e di storie del comprensorio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, un paesaggio collinare incantevole riconosciuto dall’Unesco, nell’anno 2019, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Presso la Pizzeria Tre Stelle di Ogliano, una frazione del Comune di Conegliano, abbiamo avuto il piacere di degustare i vini dell’Azienda Agricola Gazzola Spumanti di Vidor (TV). Un’azienda a conduzione famigliare di cinque ettari, gestita direttamente da Alessandro Gazzola e dalla madre Angela.

Come ci spiega Alessandro, i vini prodotti sono il frutto di lavorazioni accurate che partono dal vigneto e che si riscoprono intatte nel prodotto finito. La coltivazione delle vite è svolta nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute delle persone che lavorano.

Fin dall’inizio abbiamo bandito l’uso di sostanze chimiche nel nostro lavoro quotidiano: inquinano la terra, sono controproducenti e dannose per la nostra salute. Al contrario, mettiamo in atto trattamenti solo ed esclusivamente con prodotti fitosanitari biologici, rispettosi dell’ambiente e di chi lo abita. Pensiamo che la terra vada curata e alimentata, non sfruttata e resa sterile”.

Scelte che comunicano l’impegno costante alla ricerca della qualità e la passione per il territorio.

Durante l’incontro abbiamo degustato:

“91” Brut Nature - Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – 100% glera  – alc. 11,5% vol.

Giallo paglierino con vivaci riflessi verdolini e bollicine sottili. All’olfatto fini sensazioni floreali e vegetali con sfumature di timo limone e melissa, seguono profumi di pera, pesca bianca ed agrumi. Il sorso è tonico, fresco, sapido, segnato da un’effervescenza che solletica il palato. Finale fresco e pulito accompagnato da una nota amaricante. Le uve provengono da raccolta manuale.

Il Prosecco “91” Brut Nature è stato abbinato ad un piatto intramontabile della cucina italiana, una stuzzicante frittura mista di pesce, preparata con maestria dalla Pizzeria Tre Stelle di Ogliano (TV).

Arrivederci alla prossima degustazione!

 

Antonella Pianca

venerdì 10 giugno 2022

LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA 2022/23 DI BORGHI D’EUROPA AL RISTORANTE ABITUDINI E FOLLIE DI ROMA

 



Borghi d’Europa organizza la presentazione dei programmi 2022/23 del progetto “L’Europa delle scienze e della cultura” patrocinato da IAI-Iniziativa Adriatico Jonica – Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica, a Roma, presso il ristorante e pinseria “Abitudini e Follie”.

Il ristorante si trova in zona Piazza Bologna/Policlinico, ed è un locale moderno, poliedrico ed accogliente, dove mangiare e bere bene in ogni momento della giornata.

Siamo un originale coffee bar, un ristorante di qualità, un locale piacevole per pause dessert e un accogliente open pace per un aperitivo o una degustazione di vini” ci spiega Francesca, una dei titolari.

In questo contesto si terrà la conferenza stampa/degustazione di Borghi d’Europa, che prevede, fra gli altri temi, anche un simpatico confronto fra Porchetta di Ariccia e Porchetta Trevigiana, che saranno utilizzate nella farcitura della Pinsa romana.

Emanuele Spader, il ‘Virgilio’ de “La via dei Norcini”, titolare dell’omonimo Salumificio di Mosnigo, proporrà e racconterà la propria Porchetta Trevigiana.

LA PORCHETTA TREVIGIANA

Come specialità locale, la porchetta nasce solo nel 1919, tenuta a battesimo da Ermete Beltrame nella sua birreria sotto il Palazzo dei Trecento a Treviso. La porchetta trevigiana, da considerarsi quindi una preparazione moderna, è molto diversa dalla ricetta del centro Italia. Si presenta, come una specie di prosciutto ottenuto da un maiale che abbia meno di un anno; può essere con ossa o disossata, ma sempre a forma cilindrica.

Presenta internamente una colorazione bianchiccia, con delle parti in cui è evidente la speziatura, mentre esternamente si presenta dorata.

È molto fragrante, saporita e gustosa e può essere arricchita di altri sapori

A soddisfazione dei buongustai ricordiamo che la porchetta non è un alimento grasso, poiché nella fase di cottura i grassi vengono sciolti dal calore e raccolti in leccarde o in speciali vaschette. Una volta pronta, la porchetta va servita fredda e, nonostante sia (come deve essere) priva di additivi e conservanti, rimane saporita e fragrante almeno per due settimane se mantenuta in luogo refrigerato.

LA PORCHETTA DI ARICCIA IGP

La Porchetta ad Ariccia vanta una tradizione millenaria, presumibilmente risale all’ epoca preromana e alla popolazione dei Latini. Infatti, non solo si attribuisce ad Ariccia l’usanza di offrire le carni suine in sacrificio agli dei, ma si ritiene anche che, grazie alla presenza della nobiltà romana – che era solita trasferirsi ad Ariccia per la stagione estiva o per organizzare battute di caccia – si sia potuta sviluppare quella maestria artigiana nel preparare la porchetta che continua a tramandarsi nelle famiglie ariccine di padre in figlio.

La Porchetta di Ariccia IGP, di forma cilindrica, è caratterizzata da una crosta croccante di colore marrone. La carne è di colore bianco-rosa, inframmezzata dal marrone delle spezie. Al gusto si presenta molto saporita grazie alla presenza di rosmarino, aglio e pepe nero.

Le carcasse vengono disossate manualmente, asportando la carne in eccesso; successivamente si procede alla salatura con sale marino; seguono le fasi di riposo e di massaggio manuale per eliminare l’eventuale sale che non sia stato assorbito dalla carne.

Si procede quindi alla speziatura con aglio, rosmarino e pepe nero, in polvere o macinato grossolanamente. Prima della cottura la porchetta viene legata con uno spago in modo da mantenere la compattezza originaria. La cottura dura dalle tre alle sei ore, ad una temperatura compresa fra 160 e 280°C. Dopo essere stata sfornata viene posta nei locali di raffreddamento.

LA PINSA ROMANA Un alimento moderno, dalle radici antiche

Si tratta di una preparazione diventata famosa da poco tempo, ma che vanta origini antichissime. Risale niente meno che alle “mense” degli antichi romani, di cui parla Virgilio, dicendo che Enea, appena arrivato nel Lazio, fu costretto dalla fame a cibarsi delle mense.

Queste erano dischi di pasta di pane non (o pochissimo) lievitato, che servivano, come piatto ai soldati al campo o anche, nel periodo imperiale, come vassoi per mangiare, distesi sul triclinio, particolarmente i cibi sugosi. Questi “piatti” venivano poi dati da mangiare agli schiavi.

Col passare del tempo, queste mense vennero usate anche come “street food” per mangiare quando si era fuori casa e divennero sempre più lievitate e quindi adatte ad essere degustate, assieme ai cibi che vi si poneva sopra.

Ancor oggi si riscontrano precise eredità gastronomiche di questi usi, non solo nella Pizza Napoletana e nella Pisa Romana, ma anche nelle Piadine Romagnole e le Tigelle in uso nell’Appennino fra Modena e Bologna ed in tanti altri cibi tradizionali di quasi tutte le regioni d’Italia.

Le caratteristiche che distinguono la Pinsa Romana dalla Pizza Napoletana, sono innanzi tutto le dimensioni più ridotte e la forma ad elisse della prima, che predilige l’uso di nuove farine e cereali, come il kamut, ma anche orzo, farro e miglio soia e riso, e l’aggiunta di erbe aromatiche selvatiche.

La Pinsa prevede un apporto maggiore di acqua, e una percentuale più bassa di lievito, risultando così più digeribile e meno calorica, grazie anche alle lunghe lievitazioni (minimo 24 ore), all’alta idratazione dell’impasto (80% di acqua), al mix di farine, alla presenza di lievito madre, all’assenza di grasso animale ed all’impiego di una quantità limitata di olio. La morbidezza dell’interno della pinsa è frutto soprattutto della farina di riso, a cui spetta il compito di “fissare” l’acqua versata nell’impasto durante la cottura.

Un cibo dunque dalle caratteristiche assai interessanti, che merita di essere degustato, assieme agli alimenti che la nostra fantasia ci suggerirà di porci sopra. Vinca il migliore!

Gianluigi Pagano

Eurosostenibilità - Oltre la fiducia : la certificazione come garanzia di una effettiva politica di sostenibilità – Le scelte di Konsum srl

 


Continua l'impegno di selezione informativa di Konsum srl, per proporre il meglio della riflessione sui temi della sostenibilità

In ogni settore di mercato, Bureau Veritas (nata nel lontano 1828), offre un’ampia gamma di servizi e soluzioni su misura in ambito qualità, gestione dei rischi, salute e sicurezza, ambiente e responsabilità sociale.

L'approccio è modellato sulla base delle peculiarità del business in cui operano i clienti, avendo la possibilità di disporre di competenze specifiche per ogni mercato.



"Forti dell’esperienza sul campo, aiutiamo le aziende a efficientare la propria performance, grazie ad un team di risorse esperte per ogni tipo di settore che verifica la conformità di prodotti, risorse, sistemi e fornitori. Dall'edilizia all'agricoltura all'abbigliamento, dall’automotive alle materie prime, i nostri servizi creano valore tangibile, supportando le organizzazioni nelle principali attività e nel commercio a livello globale.

"Dato che la continua crescita d’interesse verso comportamenti sostenibili porta alle aziende coinvolte benefici - anche consistenti - tanto in termini economici come d’immagine è importante che si vada oltre il semplice patto di fiducia tra azienda e consumatore o stakeholder. In altre parole, l’autodichiarazione non è più sufficiente. L’azienda dovrà garantire ai suoi clienti che quello che offre - prodotto o servizio - sia realmente sostenibile, e cioè che soddisfi un certo numero di criteri misurabili e certificati. E per farlo deve affidarsi a enti terzi che ne attesteranno l’impegno e l’effettiva riuscita."

Solo così la sostenibilità diviene un elemento riconosciuto, valido e oggettivo. Utile da sfruttare anche a fini di comunicazione e marketing.

La ragione per la quale un’azienda decide di intraprendere un percorso di sostenibilità confrontandosi con una parte terza è duplice e risponde a criteri:

1. “interni e di comprensione”. L’obiettivo è scoprire - attraverso il confronto con gli esperti dell’organismo di certificazione - il proprio grado di sostenibilità e, in base al risultato mettere in opera i possibili rimedi per migliorare la situazione. Un caso frequente è la volontà di capire se e quanto i propri processi produttivi si possano dire “sostenibili”.

2. “esterni e di comunicazione”. L’obiettivo è comunicare all’esterno - in primis a clienti e stakeholder - la propria adesione a politiche di sostenibilità che siano sul versante ambientale, sociale o di governance. Ovviamente, con la garanzia di una certificazione che ne attesti la validità e la qualità delle performance.

Le parti terze che operano per certificare i soggetti interessati utilizzano standard nazionali e internazionali, come UNI o ISO.

Il processo che porta all’adozione di queste norme non mai è immediato; una volta elaborate dagli enti normatori e messe sul mercato, esse entrano nella consuetudine gradatamente, soprattutto sotto l’impulso proveniente dalle grandi aziende, in genere le prime a decidere di farsi certificare secondo questi standard o a richiederne l’adeguamento ai propri fornitori o subfornitori. Questi, spesso aziende di dimensioni medio-piccole, avviano il processo di certificazione, così da ottemperare a una diretta richiesta dei loro clienti (restando dunque nell’albo fornitori). Due esempi su tutti.

La ISO 39001 ha avuto una certa diffusione poiché è indicata quale requisito necessario per partecipare a gare d’appalto indette da Anas-Autostrade, mentre si sta registrando un netto incremento delle certificazioni ISO 28000 (focus sicurezza nella supply chain), da quando un colosso come IKEA ha deciso che tutti i suoi fornitori dovevano adeguarsi entro il 2020.

Capita inoltre, specialmente in un medesimo settore che più aziende si uniscano in associazione e si accordino per stabilire gli standard minimi richiesti per una determinata attività; una volta decisi, essi diventano criteri di selezione per i fornitori o requisiti per partecipare a bandi di gara. Ne sono esempio due iniziative quali il Responsible Jewellery Council (RJC) e l’Aluminium Stewardship Initiative (ASI). Anche in questo caso, sarà comunque opportuno l’intervento di un certificatore terzo che garantisca all’associazione il rispetto delle norme richieste.


mercoledì 4 maggio 2022

Eurovinum - A Bertinoro l'azienda biologica di Raffaella Alessandra Bissoni

  Nel 2019 la rete internazionale Borghi d'Europa presentava a Milano nella sede del Parlamento Europeo, il progetto di 10 Percorsi Internazionali.

Fra questi Eurovinum,il Paesaggio della Vite e del vino, itinerario finalizzato alla scoperta dei contenuti storici e culturali che si ‘nascondono’ dietro la produzione del vino.

Nel dicembre dello stesso anno il Consorzio Vini di Romagna organizzava a Milano un Banco di Degustazione presso The Westin Palace Hotel (Vini ad arte on the road Albana e Sangiovese Un racconto di Romagna).

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa erano intervenuti per degustare e conoscere le aziende, al fine di approfondire il capitolo del Sangiovese.

Oggi quel viaggio del gusto viene ripreso, con le note di informazione tracciate dai giornalisti, note di informazione che costituiscono la base per l'inserimento delle aziende nel Percorso Internazionale Eurovinum.




Il sogno di Raffaella Bissoni era valorizzare Sangiovese e Albana, i vitigni tipici della Romagna, per creare vini di qualità attraverso un paziente lavoro in vigna, rispettando la natura e i suoi cicli, mettendo in ogni bottiglia la passione e l’amore per le cose fatte bene.

Così, nel 1988, sul colle di Casticciano, un balcone affacciato sul mare e sul borgo medievale di Bertinoro, ha dato vita alla Cantina che porta il suo nome.

E ancora oggi lavora seguendo gli stessi valori per realizzare lo stesso sogno.


L’agricoltura biologica “naturale conservativa di Raffaella Bissoni


Si usano tanti termini oggi per definire un’azienda “green”, alla fine ho convenuto che il termine “naturale conservativo” potesse esprimere bene quello che facevo. Non lavoro i terreni, lascio che le erbe selvatiche autoctone crescano liberamente e provvedo a effettuare tagli (trinciature) solo in certi periodi dell’anno.”


Così Raffaella racconta l’origine del termine “naturale conservativa” associato alla sua personale idea di agricoltura; un’agricoltura ben lontana dalle metodologie intensive mirate alla massima produttività, concentrandosi invece su un rispetto totale della natura, della terra e di tutto ciò che rende un particolare territorio “unico”.


Il risultato di questo modello di agricoltura? Un terreno dall’alta prolificità, ricco di specie autoctone, di erbe officinali e fiori selvatici nati e cresciuti naturalmente che permettono il mantenimento della naturale vita del territorio, dalla flora alle tante tipologie di insetti, tra cui anche le api, così “sacre” per il nostro ecosistema e, allo stesso tempo, così a rischio anche a causa di pesticidi.


E proprio tutto questo contribuisce a creare questo terroir unico e inimitabile, di cui ogni vino da noi prodotto diviene perfetta incarnazione.


Ovviamente il concetto di agricoltura biologica naturale conservativa influisce anche sul terreno e sulle sue caratteristiche. Infatti, questo prato, non essendo mai lavorato ma solo tagliato, permette la formazione del micorrize nelle radici, un micorrize autoctono naturalmente, che agevola lo scambio di sostanze nutritive fra le piante. Come ormai è risaputo, si tratta di un un prezioso alleato naturale in agricoltura, perché amplifica l’apparato radicale delle piante, assicurando un maggiore assorbimento di acqua e nutrienti e contemporaneamente protegge le radici dagli attacchi dei patogeni, formando un manicotto protettivo.


Per trovare il perfetto equilibrio in questo tipo di prati, occorrono molti anni di “non lavorazioni”, così da consentire, con un lento processo naturale, ai semi delle piante selvatiche che si trovano nelle aree adiacenti alle vigne di espandersi e posizionarsi dove il terreno richiede il loro aiuto. Un esempio è dato dalla nascita di piante fissatrici di azoto laddove il terreno necessita di questa sostanza.


Per questi motivi, nella nostra valle i terreni non vengono più lavorati e anche nel caso di nuovi vigneti procediamo sempre all’impianto su inerbimenti preesistenti.


Questo comporta sicuramente una difficoltà in più per la piccola vite, ma le viti che riescono a superare questa fase diventano poi più resilienti in un periodo di cambiamento climatico evidente come quello che stiamo attraversando.


Il risultato “pratico” e tangibile di questo sforzo lo possiamo riscontrare nell’elevata qualità dell’uva e soprattutto nei sentori tipici e caratteristici dei vini della nostra cantina, riconoscibili e unici, vera espressione del terroir dell’azienda Bissoni.


Tuttavia, in azienda non ci siamo fermati qui: abbiamo anche aggiornato le nostre tecniche di potatura passando alla “scuola” di Simonit e Sirch, molto più rispettosa della vite e in grado di migliorare la prevenzione alle malattie della vite.


Una cosa non cambierà mai: il vino è fatto con l’uva e la qualità dei vini dipende dalla qualità dell’uva. Da qui, l’impegno costante di Raffaella e la famiglia Bissoni per mantenere elevata la qualità delle proprie uve e permettere così di ritrovare nei propri vini la migliore espressione di questo terroir e della filosofia di agricoltura adottata, attraverso profumi e sapori di ogni bottiglia.”


Il Sangiovese viene proposto in alcune versioni : Romagna Doc Sangiovese Bertinoro 'Girapoggio',

Romagna Doc Sangiovese Superiore 'Riserva Bissoni', Romagna Doc Sangiovese Bertinoro Riserva 'Vigna Colecchio'.

Tutti questi vini verranno degustati nelle tappe che il Percorso Internazionale Eurovinum realizzerà.nel corso del 2022 e del 2023.

Un gruppo di giornalisti italiani e non, racconterà con linguaggio multimediale l'esperienza dell'incontro con i vini di Raffella A.Bissoni..